«Scriveva nel 1952 Pasquale Villani nelle sue Note sul catasto onciario che «il sempre crescente interesse per la storia economica, manifestatosi negli ultimi anni anche nei riguardi del Regno di Napoli, lascia sperare che i volumi del Catasto onciario – ricchissimo fondo quasi inesplorato dell’Archivio di Stato di Napoli – saranno frequentemente utilizzati»[1]. Questo Fondo, ospitato nella Sala catasti, già Sala del Capitolo dei monaci del Monastero benedettino dei SS. Severino e Sossio e costituito da ben 9155 «volumi, archiviati per province e distretti, reperibili attraverso il nome del comune e del distretto e gli estremi cronologici che sotto il numero archivistico indicano gli atti preliminari, le rivele e l’onciario»[2] è ancora oggi una delle raccolte più preziose dell’Archivio napoletano.[…]».

L’Associazione Storica della Valle Telesina ha tra i suoi principali obiettivi statutari quelli «di dare impulso ad attività di studio e di ricerca storica, con particolare riferimento al territorio della Valle telesina; di promuovere e di contribuire all’individuazione, alla raccolta e alla valorizzazione delle fonti archivistiche e documentali e di pubblicare documentazione inedita quali manoscritti, documenti storici conservati in archivi pubblici e privati per permetterne la fruizione da parte della cittadinanza».

«In quanto detto finora vanno pertanto ricercati i motivi alla base dell’incontro tra Gabriele Tancredi, il valoroso studioso che ha affrontato il lavoro di trascrizione e pubblicazione del Catasto onciario dell’Università di Telese e della Terra di Solopaca, e la nostra Associazione. Nonostante la ricchezza di informazioni ricavabili, come si è detto, dai catasti onciari, ben pochi di essi sono stati finora resi “fruibili” per un pubblico vasto di studiosi – per la Valle telesina, l’unico al momento disponibile è quello di Michele Riccio relativo alla Terra di Amorosi e molto rari sono quelli di Terra di Lavoro – perché, purtroppo, il lavoro di trascrizione richiede grandi dosi di competenza, esperienza, tempo a disposizione e spirito di sacrificio che non sono facilmente disponibili ma che l’autore ha dimostrato di avere in abbondanza. È perciò un privilegio ed un piacere per noi ospitare nelle nostre collane l’opera ambiziosa e coraggiosa di Gabriele Tancredi a cui saremo sempre grati per il prezioso lavoro svolto con la speranza che possa essere emulato da numerosi altri studiosi che si assumeranno l’onere e l’onore di arricchire il patrimonio di fonti rese consultabili per gli storici locali e per quanti, anche semplici appassionati alla storia della propria comunità, vogliono avvicinare una così rilevante fonte di notizie». (dall’Introd.)

[1] P. Villani, Note sul catasto onciario e sul sistema tributario napoletano nella seconda metà del Settecento, «Rassegna Storica Salernitana», XIII, n. 1-2, 1952, pp. 80-101.

[2] L. Castaldo Manfredonia, Il fondo “Catasti Onciari” conservato nell’Archivio di stato di Napoli, in Il Mezzogiorno settecentesco attraverso i catasti onciari, a cura del Centro Studi “Antonio Genovesi per la storia economica e sociale, vol. I Aspetti e problemi della catastazione borbonica, Napoli, E.S.I., 1983, pp. 271-324.