Fonti manoscritte
Fonti Manoscritte
In questa sezione si trovano i documenti originali prodotti a San Salvatore Telesino nel corso dei secoli.
La fonte più antica è il manoscritto di Alessandro Telesino Ystoria Rogerii regis Sicilie Calabrie atque Apulie conosciuto anche come De rebus gestis Rogerii Calabriae et Siciliae comitis scritto negli anni dal 1134-35 al 1145-46. L’originale, composto nello scriptorium del monastero, andò perduto e a noi è giunta una copia prodotta a Montecassino intorno al 1300 che attualmente si trova nella Biblioteca Nazionale di Catalogna.
Anche il manoscritto conosciuto come Codice ms. 74 della Gambalunghiana risale agli anni 1144-54 e contiene tre testi a soggetto religioso. Nel Codice, oltre all’abate Stefano, indicato come committente, sono presenti anche il nome dell’amanuense, Giovanni, e la persona destinataria del dono, Ebulo di Magliano Vetere, un alto funzionario reale.
Prodotto a San Salvatore nel 1749 è il Catasto onciario, voluto da Carlo III di Borbone per mettere ordine nella politica di tassazione del Regno di Napoli. È composto da 3 parti: Apprezzo, Rivele e Catasto.
I 3 manoscritti ottocenteschi sono opera di due grandi studiosi sansalvatoresi: Libero Petrucci e Nicolangelo Pacelli.
Libero Petrucci esercitò la professione di medico ed utilizzò le sue conoscenze e la sua esperienza sul campo per la sua prima opera: Idrologia delle Minerali telesine, mentre in Storia di Telese, alla cui stesura dedicò gran parte della vita adulta, confluirono le sue ricerche storiche, archeologiche, gli studi di epigrafia.
Anche il ms. del canonico Nicolangelo Pacelli tratta della Storia di Telese e del Sannio, ma, purtroppo, ci è pervenuto in copia perché l’originale, dopo la riproduzione fotostatica, è andato perduto.
Tutti i documenti sono consultabili ma non è possibile scaricarli.